Agricoltura e prospettive per il futuro: carbon farming?

Relazione tenuta Giovedì 27 ottobre 2022 dal Dott. Donato Rossi, Responsabile Nazionale delle Politiche agromeccaniche di Confagricoltura.

Negli anni ’30 con il “New Deal” («Nuovo Corso» o alla lettera «Nuovo Patto») il presidente americano Roosevelt propose un piano di riforme economiche e sociali allo scopo di risollevare il suo paese dalla grande depressione. Dal 2019 il “Green Deal” è la risposta dell’Europa a ben altre minacce cui l’intero pianeta si trova di fronte: il cambiamento climatico e il degrado ambientale. 

Con questo “Patto Verde” l’UE ha stabilito non solo il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 (ciò renderebbe l’Europa il primo continente ad averlo raggiunto), ma anche una riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 60% entro il 2030, adottando una serie di azioni per trasformare le politiche dell’UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità. 

Il “CARBON FARMING” vuole ridurre l’impronta ambientale e climatica del sistema alimentare: questa “agricoltura del carbonio” promuove il sequestro del carbonio e la riduzione delle emissioni di gas serra a livello di singola azienda agricola.  

L’oratore ha ricordato che i 2/3 della superficie europea sono dediti all’agricoltura e che quindi, come pratica di gestione, l’agricoltura del carbonio offre sia un potenziale per mitigare il cambiamento climatico sia vantaggi collaterali per la società (biodiversità, salute del suolo, qualità dell’acqua).

Altro problema da affrontare con il Green Deal è l’aumento delle emissioni di protossido di azoto, altro gas ad effetto serra di cui si parla poco e che è cresciuto del 20% rispetto ai livelli preindustriali, soprattutto a causa delle emissioni di alcune attività: la causa principale dell’aumento proviene dall’agricoltura, cioè dall’uso di fertilizzanti azotati per soddisfare la crescente domanda alimentare. La domanda continuerà a crescere fino almeno al 2050, a causa dell’aumento della popolazione mondiale, dagli odierni 7 fino a forse 10 miliardi. 

Quindi una grossa sfida ma anche una grande opportunità che “dobbiamo” riuscire a cogliere “adesso” e non rimandando a chi verrà dopo di noi.  

Mi piace ricordare una frase la cui paternità non è certa ma che sicuramente appartiene a culture antiche e meno distruttive della nostra: “Noi non ereditiamo la terra dai nostri padri ma la riceviamo in prestito dai nostri figli”.