Be careful! Ants! Alla scoperta del fantastico mondo delle formiche

Durante l’incontro tenutosi giovedì 27 febbraio presso l’Hotel Palace di Bari, si è parlato di un particolare taxon di animali, ma quale? Di un gruppo di insetti! Sembrerebbe strano che non si sia parlato di simpatici pennuti o di amici pelosi, ma invece è proprio così, si è parlato di un peculiare gruppo di insetti, precisamente della famiglia delle Formicidae, le formiche.
Le formiche sono animali estremamente presenti nelle nostre vite, ma
stranamente molto spesso si conosce poco o niente della loro eco-etologia
e sulla loro biodiversità. Proprio per questi motivi, il dott. Manuél Marra, Operatore Didattico dell’Oasi LIPU Gravina di Laterza, ha avviato una serie di attività che hanno l’obiettivo di rafforzare le conoscenze e la sensibilizzazione della collettività nei confronti di questi bellissimi e utilissimi animali.
Durante il seminario si è parlato in primis degli aspetti eco-etologici di questi simpaticissimi insetti, i quali rappresentano una importantissima fetta, in termini di biomassa, della componente animale dell’intero Pianeta, pari a ben il 15-20% del totale.
Inoltre, questo taxon, è caratterizzato anche da una elevatissima biodiversità, ad oggi infatti se ne conoscono circa 13200 specie.
Un altro aspetto che è stato approfondito durante il seminario è la spiccata socialità che caratterizza questi insetti, manifestata con la formazione di colonie, ovvero vere e proprie società suddivise in caste: regine, operaie e maschi.
Come chiarito dal relatore le regine non rappresentano delle leader, ma bensì delle madri atte alla riproduzione, infatti è proprio dalla schiusa delle loro uova che nasceranno individui appartenenti a una di queste caste: maschi (riproduttori) e/o femmine (operaie o altre regine).
I maschi nella maggior parte dei casi si accoppiano una sola volta nell’arco della loro vita e successivamente muoiono, mentre le operaie possono vivere
anche fino a 1-2 anni; le più longeve sono le regine, le quali possono vivere anche un trentennio.
I fattori che influenzano lo sviluppo delle larve, e quindi la loro appartenenza a una delle caste sopradescritte, possono essere di varia natura, etologica (modalità di nutrizione e tipologia di nutrimento), ambienta le (temperatura) e genetica; a seconda delle necessità della colonia verrà
privilegiata una casta piuttosto che un’altra.
Ogni casta ha un compito specifico, le regine depongono le uova, i maschi sono riproduttori e le operaie si occupano della cura della regina, della cura della prole, della manutenzione, della difesa del formicaio e del reperimento del cibo. In pratica le operaie rappresentano il cuore pulsante del formicaio.
La colonia di formiche rappresenta quindi un superorganismo dotato di proprietà collettive emergenti, determinate dalla formazione di un gruppo, il
quale è in grado di autorganizzarsi, variando le scelte in base alle necessità.
L’autorganizzazione rappresenta sicuramente una modalità vantaggiosa, che consente alle nostre simpatiche amiche di superare agevolmente i problemi
a cui va incontro la colonia, e ciò si evince dalla notevole capacità che hanno di adattarsi ai più svariati contesti ambientali, ma anche dall’elevato numero
di specie che contraddistingue le formiche.
Un altro aspetto che è stato affrontato durante l’incontro sono le modalità di realizzazione del formicaio: si va difatti da formicai che hanno l’estensione di
70m2 a formicai di dimensioni molto ridotte, realizzati anche solo all’interno di una piccola ghianda!!!
E che dire delle loro notevoli capacità predatorie e di trasporto? Anche in questi casi la compartecipazione di più individui gioca un ruolo fondamentale
nella riuscita dell’impresa, un caso plateale è quello della formica Azteca andreae che grazie all’azione collettiva può catturare prede di dimensioni cospicue, che pesano anche fino a 13000 un’operaia!!!
Molto interessante è anche la capacità che hanno le formiche di stabilire interessanti relazioni con alcune piante o con altri insetti; le piante molto spesso forniscono delle vere e proprie “case” alle formiche (le domazie),
le quali ricambiano fornendo alle piante ospitanti protezione nei confronti di antagonisti erbivori. Si tratta di vere e proprie simbiosi che le formiche però possono mettere in atto anche con altre specie, questa volta animali, come nel caso di afidi e cocciniglie, le quali, in cambio di protezione, producono una sostanza di escrezione zuccherina, la melata, di cui le formiche vanno ghiotte,
si tratta di una vera e propria forma di allevamento, la trofobiosi.
Infine, vi sono anche relazioni in cui le formiche sono parassitate o in cui la simbiosi è leggermente a favore dell’altra specie simbionte, come ad esempio nel caso del ciliegio selvatico Prunus avium, il quale produce un nettare extrafiorale di cui le formiche rizzaculo – Crematogaster scutellaris – vanno molto ghiotte, in cambio le formiche proteggono il ciliegio selvatico dall’attacco di possibili erbivori.
Fin qui tutto normale, sembrerebbe uno scambio equo, ma non è proprio così, le formiche sono talmente ghiotte di quel nettare da modificare il proprio comportamento sociale, esse infatti riducono notevolmente le occasioni di ritorno al proprio formicaio e tendono a rimanere sull’albero per difenderlo tenacemente, diventando più aggressive nei confronti di chiunque si avvicini all’albero. In poche parole, sviluppano una vera e propria dipendenza
nei confronti del nettare extrafiorale prodotto dal ciliegio selvatico, che quindi si serve di loro come potente forma di lotta biologica nei confronti di eventuali
ospiti indesiderati.
Prima della chiusura il dott. Marra ha inoltre parlato di un interessante progetto di Citizen Science sulle formiche, denominato “School of Ants”. Il progetto, coordinato dal Laboratorio di Mirmecologia dell’Università degli Studi di Parma e dal MUSE di Trento, mira a raccogliere dati sulla biodiversità delle formiche in ambito urbano, e presto anche l’Oasi LIPU Gravina di Laterza fornirà il proprio contributo per la raccolta di ulteriori dati nel territorio pugliese.
La serata si è conclusa con un gradevole scambio tra il relatore e la platea presente, che ha mostrato interesse all’argomento e probabilmente da oggi riserverà alle formiche un’attenzione diversa rispetto al passato.