L’attuazione del piano globale per la città – rapporto con il waterfront

Interclub promosso dal Rotary Club Bari Ovest con i Rotary Club Bari, Bari Sud, Bari Castello, Bari Mediterraneo

L’evento che si è svolto la sera del 7 novembre 2017, proposto e curato dalla commissione per i programmi del Rotary club Bari Ovest (Ignazio D’Addabbo, Laura Basso, Giovanni Tortorici), ha “centrato” un argomento di grande interesse per lo sviluppo futuro di Bari, città adriatica, orientato al recupero ed alla valorizzazione del suo rapporto con il mare.

Il tema dell’incontro e la qualità dei relatori hanno generato un afflusso notevole di pubblico rilevante per numero e professioni rappresentate.

Il Presidente, aprendo la serata, ha ricordato che il compito del Rotary verso il territorio realizza una delle cinque azioni fondamentali dell’attività rotariana; in nome di essa, il Rotary collabora e suggerisce all’ente di governo della città opzioni e possibilità per il miglior sviluppo dell’ambito territoriale in cui opera.

La richiesta rivolta agli amministratori della città, di fare comprendere la visione globale che essi hanno del suo sviluppo è dunque presupposto per lo svolgimento dell’azione rotariana in questo campo.

Tortorici, riprendendo questo concetto, invita i relatori a svolgere il loro intervento.

Il Prof. Costantino inizia con una interessante riflessione sui meccanismi di sviluppo delle città, che una volta erano determinati dal materiale costruttivo disponibile e dall’ “idea della città” che esprimeva il Principe. In epoche più recenti (gli ultimi 150 anni) i “servizi a rete” e i nuovi materiali hanno influenzato gli indirizzi: i centri storici hanno avuto un forte sviluppo ed il “waterfront” è stato caratterizzato da una deriva verso il degrado.

L’automobile ha cambiato lo sviluppo delle città, rispetto al quale i piani regolatori si dimostrano strumenti rigidi che stabiliscono opportunità di lucro ovvero immobilizzo. Conclude con un accenno all’economia digitale, che sta esercitando una forte spinta verso le “Smart Cities”: se in passato il disegno delle città si è tradotto in espansione, ora non più: si deve trasformare con nuovi strumenti: più flessibili, più veloci. Cita Renzo Piano e la sua visione di recupero urbano, delle “ricuciture”: vuol dire il “rammendo” dei tessuti urbani sfilacciati.

Avendo in mente come deve essere la città, bisogna gestire il processo insieme ai cittadini destinatari. Per lo sviluppo delle competenze necessarie, cita l’iniziativa in corso con il Prof. Dioguardi della “Scuola per city manager”.

Il Prof. Amendola inizia citando Calvino (”La città invisibile”). Oggi La città deve rispondere alla domanda della gente, deve piacere: alla domanda del bambino, dell’anziano (giardini) della donna (sicurezza);il governo urbano, metropolitano deve rispondere al “diritto alla città”; cita W.Benjamin “una città dove sia bello indugiare”.

Le città che cresceranno sono quelle che hanno già scelto il loro futuro. E’ possibile cambiare: Pittsburg, città americana nota per le acciaierie e per l’aria molto inquinata (ricordiamo il film “Il Cacciatore”) vanta ora l’aria più pulita di quella delle Montagne Rocciose.

Bisogna distinguere: i progetti li fanno gli urbanisti; la progettualità è di tutti i cittadini.

Bari è stata a lungo “distratta” sul suo sviluppo: ora si trova ad un bivio.
Murat fondò la nuova città: la pianta della città murattiana è la “metafora del mercato”, è una “città mercato”. Mario Sansone definì Bari “una città senza ironia e senza malinconia”. Con la decadenza di Napoli, Bari beneficiò di un notevole sviluppo del commercio. Il fascismo decise poi di fare di Bari il suo simbolo: il lungomare Nazario Sauro (anno 1933), poi le costruzioni con forte carattere “semantico” su tutto il lungomare (1934/1939): Caserme dei carabinieri e dell’aeronautica, la torre della Provincia (ispirata alla “Torre del Mangia di Siena). Piazza Diaz.

Negli anni 50/60, gli anni della politica dei “poli di sviluppo”, la crescita commerciale e l’appellativo di “Bari la Milano del sud”.

Ora bisogna progettare il futuro: serve progettualità. Chi governa ora il consenso? I partiti? Non più. Bisogna perciò creare occasioni di discussione vera sul futuro.

Mentre il Prof. Amendola va concludendo il suo intervento, arriva il Sindaco appena sceso dall’aereo di ritorno da Roma e, assistito dalle “slides” e dai suo collaboratori, inizia la sua esposizione.

L’ing.Decaro definisce il programma sulla trasformazione della città di Bari “una visione fondata su quattro priorità strategiche”:

Dialogo città-mare
I quartieri nei quali operare per creare un “senso di comunità”
I grandi contenitori urbani: Ex Fibronit, Manifattura Tabacchi, Polo del Contemporaneo (Teatro Margherita), ex Caserma Rossani, Ex Gasometro al Libertà, La Biblioteca del Redentore
La tempistica: Fibronit: completamento entro il prossimo anno: sarà un parco della dimensione di quello del “largo 2 giugno”; Ex Rossani la Public Library e l’Accademia delle Belle Arti.
La strategia per il mare:
S.Girolamo in completamento.
I 7 progetti definiti “BARI DA MARE”: 1) concorso d’idee per la qualificazione del “Lungomare Sud” e il Parco Costiero di Japigia. 2) S.Girolamo: prossima sistemazione della sabbia sul litorale destinato a spiaggia.
3)Lungomare S.Spirito-Palese affidato all’Arch.Bohigas. 4) Tratto antistante la Fiera del Levante dove dovrebbe essere realizzato il Porto Turistico (S.Cataldo); 5) Progetto affidato tramite concorso d’idee riguardante il Lungomare Imperatore Augusto; 6)Collegamento Torre Quetta-Pane e Pomodoro (unica spiaggia); 7) Torre a Mare.

L’ora tarda raggiunta con questa ampia e molto articolata esposizione non ha purtroppo consentito lo sviluppo di un dibattito; Il Prof. Tortorici ha quindi ringraziato i relatori, il Sindaco ed il folto pubblico, riservando ad un futuro incontro gli approfondimenti sul corso dei cambiamenti prospettati.

Il dott. Carmelo Piccolo, Assistente del Governatore del Distretto, conclude l’incontro auspicando lo sviluppo – in nome del bene comune – tra Comune ed i Club Rotary presenti nel territorio.

Ignazio D’Addabbo