La cultura come metodo di vita

Giovedì 2 febbraio 2023, presso l’Hotel Excelsior, relatrice la Prof. Concetta Piacente, Past President del Rotary Club Bari Ovest.

Il Rotary esiste perché ci sono i rotariani. Ma chi siamo noi uomini? Siamo dei nani sulle spalle dei giganti. Espressione venuta fuori nell’età del Rinascimento. Non amiamo guardare indietro e non abbiamo grande interesse per la storia, ecco perchè ne ripetiamo gli errori. Non ci si ferma a riflettere perché si ha sempre tanto da fare. Ma cosa si insegue con questo nostro gran da fare? Abbiamo una visione falsificata della realtà che trasmettiamo ai giovani anche se errata, ritenendoci depositari della verità.

Il teatro dell’assurdo avrebbe visto sorridere Erasmo da Rotterdam che scrisse “l’Elogio della Follia”. Alla follia fa dire tutto ciò che nel ‘400 non si poteva dire apertamente.

Siamo nel momento dell’Elogio della stoltezza umana.

Citare il Papa è diventata una consuetudine quotidiana perché siamo tutti avviluppati in un labirinto nichilista che non porta da nessuna parte. Questo presuppone un relativismo dei valori.

Siamo in un momento storico di pifferai che guardiamo stupiti o seguiamo, ridotti a spettatori.

In quanto donna di fede Concetta Piacente prova a sperare che le cose andranno meglio.

Con estrema umiltà la Prof.ssa Piacente suggerisce una soluzione a questa situazione: un recupero della cultura come metodo di vita.

Il termine cultura deriva da “colere”, coltivare, coltivare se stessi, ciascuno con le proprie identità.

La cultura si associa al sapere, che è sinonimo di sapore, fa parte della nostra struttura senza la quale noi non esisteremmo. Oggi però la cultura spesso viene ostentata o relegata in un angolo.

La critica è alla base di un giudizio che deve essere documentato. Immanuel Kant sintetizzò il concetto in due parole “Sapere Aude”.

Negli ultimi anni sul piano scientifico c’è un continuo sviluppo, ma sul piano umano c’è una profonda crisi.

Se si acquisisce capacità di giudizio, ovvero capacità critica, si acquisisce etica. L’etica non è una serie di precetti evangelici ma nasce da un’analisi delle situazioni, da cui nasce uno spirito critico che ci consente un certo comportamento.

I due campi del sapere, conoscere ed agire, sono legati. Giuseppe Mazzini avrebbe detto “Il sapere è agire” perché se si pensa una cosa si dovrebbe farla. Ci si ricollega quindi al principio di coerenza tra i propri valori e il proprio sapere e il fare.

La sintesi si chiama sapere politico. Per politica si intende l’amore per la polis che non è un’utopia ma una realtà. Tutto ciò che è intorno a noi non è res nullius, il mondo ci appartiene.

Un concetto espresso e studiato da Joyce e poi ripreso da Elliot è quello delle informazioni che noi scambiamo per conoscenza. L’errore è lì. Siamo così accecati dalle informazioni e dalle immagini che non siamo più in grado di vedere ciò che accade dinanzi ai nostri occhi. L’autore si chiede dove sia la saggezza, si è persa nelle informazioni. Tanta informazione coincide oggi con poca sapienza. La sapienza e la saggezza non procedono per linee rette ma hanno l’andatura dell’asino. E’ una umile bestia lenta ma agile, dagli occhi storti ma dalle grandi orecchie che è capace di attraversare il suolo più accidentato senza mai incespicare. Tutti i veri studiosi dovrebbero essere asini che sono animali ostinati, tenaci, curiosi. Gli studiosi dovrebbero essere soggiogati e stupefatti dal mondo, vivere nella speranza e non nell’illusione della certezza, scoprire il nocciolo delle cose e seguirle e quando le trovano trovare se stessi.

Ogni apprendimento è una scoperta di se stessi, una autocoscienza.

Oggi in tanti scrivono in prosa e poco in poesia. Ci sono alcuni testi di canzoni moderne che hanno un alto valore poetico. Concetta Piacente ha citato il testo de “Il peso del coraggio” di Fiorella Mannoia nel quale ha ritrovato una serie di similitudini col mondo attuale e col ruolo che il Rotary dovrebbe avere nel mondo, il quale recita: “Questi sono vuoti d’aria, e sono poi vuoti di felicità, assurde convinzioni che portano a tante di-strazioni. Questi buchi dei pensieri si fa finta di niente e ci si dimentica che ognuno ha la sua parte in questa grande scena” – rif. al senso di responsabilità morale.

Queste manie di superiorità c’è chi fa ancora la guerra, chi non conosce vergogna e si dimentica dell’importanza dell’uomo in questa scena ed ho capito che sono sempre meno le persone unite. E’ difficile aggregarsi e dimentichiamo che non esiste azione senza conseguenza. Domanda: chi ha torto e chi ha ragione quanto un bambino muore?

Ci vorrebbe più rispetto, ci vorrebbe più attenzione quando si parla di persone. Siamo il silenzio che resta dopo le parole, siamo la voce che può arrivare dove vuole, siamo il confine della nostra libertà perchè siamo noi l’umanità.”

Concetta Piacente conclude citando Kafka, il quale diceva: “la cultura costa ma l’incultura costa molto di più”.

Angelantonia Nappi

Componente Commissione Bollettino