La distanza sociale: dal concetto ad uno studio sulla città metropolitana di Bari

Relatore Prof. Carmine Clemente

Il concetto di distanza sociale si fa strada all’interno della psicologia sociale e della sociologia grazie alla riflessione di Bogardus, sociologo americano nato
nel 1882 nell’Illinois, professore universitario, presidente dell’American Sociological Association, attento studioso delle questioni razziali, uno dei principali dilemmi sociali dell’America a lui contemporanea.
Egli sviluppa ed elabora nel 1926 la scala sociale attraverso la collaborazione di 25 università americane, ripetuta ogni decennio fino al 1966, considerata
uno degli strumenti della storia sociale e della cultura americana.
Bogardus, attento studioso del fenomeno immigrazione, elabora a livello metodologico la relativa scala di misurazione e la variabile spaziale assume
una dimensione centrale nel concetto di distanza sociale, che si concretizza in distanza etnica, occupazionale e religiosa.
La distanza sociale è in grado di comprensione empatica che caratterizza la relazione tra persona e persona, tra persone e gruppo, tra gruppo e gruppo,
permea la vita sociale in ogni suo aspetto ed è presente in tutti i contatti che avvengono tra persone e include sia la vicinanza che la lontananza sociale.
Il fenomeno dell’immigrazione in America fece sì che i piccoli centri diventassero metropoli (vedi Chicago) e che quindi lo sviluppo richiedesse regole (ad esempio piani regolatori per gli spazi urbani).
La nostra città di Bari dal 1921 al 1951 raddoppia come popolazione. Il piano regolatore viene studiato su una concentrazione urbana di Bari.
La Città Metropolitana nasce nel 2015 con i Municipi e la conseguente programmazione dei servizi sociali rivolta ai quartieri San Paolo, Poggiofranco e Madonnella al fine di valutare e ridurre le distanze sociali.